Come tutti gli anni, anche in quest'anno dell'era Covid, il Festival di Sanremo, come un ospite che passa di lì e suona il campanello, entra in tutte le case, anche la mia. E io non ce la faccio a seguirlo. Proprio non ce la faccio. Non è che abbia altro da fare o che debba rientrare tardi dal lavoro e quindi me lo perdo. Magari ci lancio pure un'occhiata e mi lascio affascinare da Fiorello e Amadeus, sempre divertenti, nonostante la situazione surreale delle poltroncine vuote e gli applausi registrati che neanche il Gabibbo dell'altra rete. Ma appena qualcuno inizia a cantare, dopo pochi minuti devo desistere. Non ce la faccio.
Probabilmente, facendo zapping ho la sfortuna di "beccare" proprio il cantante che non sopporto. O forse sono io che sono troppo legato alle mie passioni musicali e non riesco a digerire quelle vocette efebiche, quei sussurri di amori perduti, quei rantoli che raccontano di storie complicate, finite o mai iniziate. Sembra che i temi "gioiosi", non possano entrare in questo carrozzone che non è neanche più un concorso canoro, ma un format televisivo, dove il pubblico non serve più.
E come tutti gli anni, anche quest'anno sono "planato" sul festival proprio mentre Diodato, colui che (mi dicono) dovrebbe avere vinto l'anno scorso, riproponeva la canzone della passata edizione, la triste litania che avevo accuratamente evitato per un anno intero. Anche lui con la vocina sofferente, quasi singhiozzante, che veniva complimentato da tutti ancor prima di attaccare i suoi piagnistei.
So bene che è un cantante amato dai giovani e probabilmente queste mie parole faranno arrabbiare qualcuno/a. Calmatevi. Sono più che sicuro di non avere troppo torto. I palchi sono pieni di gente che sta male (quasi una citazione!), ma li abbiamo solo qui, in Italia.
Anni fa, stavo lavorando di sera, e mi ricordo che accesi Radiodue per sentire iniziare la serata del festival. Era l'anno (forse quello dopo) in cui oltreoceano Pharrell Williams era uscito con "Happy" (arrangiamento spettacolare!) e avevo voglia di sentire qualcosa di brioso. Macché.
Il primo in gara fu quello che poi avrebbe vinto, Mengoni. Attaccò a frignare una storia d'amore, con discreti problemi di metrica ("appartengonò anche a te") che io ho saputo reggere per circa venti secondi. E' destino che non riesca ad ascoltare ciò che di buono propone il festival, tra un rantolo e l'altro. E non è possibile che in Italia c'abbiamo solo i Diodato e i Mengoni. Non ci voglio credere.
Anche qualche giorno fa, ho sentito il tipo che ha vinto il festival un paio d'anni orsono, Mahmood, che ha fatto un'ospitata da Fazio. Fra i tanti suoi sussurri e falsetti ho impiegato due minuti buoni a cercare di capire in che lingua stesse "cantando". Mi sembrava di udire parole con l'accento variato che neanche Max Pezzali in uno dei suoi epici scontri con la metrica riuscirebbe a eguagliare. Ma il testo conta qualcosa per costui? Ha intenzione di farsi capire?
A proposito del "non farsi capire". In giro c'è anche quell'altro, i cui produttori hanno avuto la "spudoratezza" di scegliere un suo brano per accompagnare uno spot televisivo, che andava cantando "ti prego non mi uccidere il mood, dai". In pochi l'hanno capito. Addirittura i ragazzini, ai quali il brano era dedicato, non afferravano cosa dicesse. Si affollavano i forum e i blog, con giovinotti che si chiedevano cosa significasse "non mi uccidere il buddah", "il mudda". Pazzesco.
Ma c'è anche quell'abitudine che hanno un po' tutti di "ciucciare" le "T", con frasi tipo "è ciuccio inucileee, sono solo senza di ciè". Mi ricordo che tempo fa, assistendo a un concerto, chiesi al cantante di un gruppo simil-Litfiba, perché cantasse e pronunciasse l'italiano come un britannico; a lui sembrava che la frase avesse più forza, mi rispose. Ecco qual è il problema: se non suona come l'inglese, l'italiano non ha forza. Ma allora cantate in inglese, for god sake!
E' vero, io sono un rocker, da ragazzo amavo e suonavo il
progressive rock. Il festival di Sanremo non l'ho mai seguito molto. Ma anni fa, ogni tanto passava qualche
artista
degno di essere chiamato tale. Per esempio Mannoia o Giorgia e mi ricordo che un tempo anche un gruppo come gli Avion Travel poterono vincere tra lo stupore di molti.
Per quanto riguarda le serate dedicate alle cover, ne ho viste poche, e ne ho apprezzate ancor meno:
Madame - 'Prisencolinensinainciusol'
Un pezzo storico come questo, non so chi l'abbia riarrangiato (non certo la ragazzina che l'ha cantato), ma sono riusciti a distruggere tutta la carica ritmica funk/soul alla "James Brown", quasi accantonando la componente rap "ante litteram". Poteva essere riarrangiato in mille modi, ma fatto così è venuto malino.
Le cover dovrebbero essere delle "riletture" dei brani originali, in chiave moderna. Questa è la modernità?
Maneskin con Manuel Agnelli - 'Amandoti'
Un po' di rock rozzo e incattivito a Sanremo ci sta bene, in mezzo a tutti quei "fighetta" che fanno i "rapper de noantri". Quello che non capisco sono tutti i commenti entusiatici per una "beguine" in versione "alt.rock". Se togliessimo le chitarre distorte e le voci roche direbbero tutti che è una puttanata.
Incredibile. Questo tipo di pezzi ("Rozzemilia" cantavano i CCCP, e "Battagliero" era un tango da balera davvero truce, come piaceva a loro), Ferretti e soci ai loro tempi li facevano abitualmente, e non erano certo in testa alle classifiche di vendita. Ora c'è chi li osanna. Meglio tardi che mai? O come sempre, chi ascolta non sa cosa ascolta?
La Rappresentante di lista con Donatella Rettore - 'Splendido Splendente'
In questa serata dedicata alle cover, eccone una, finalmente, ben arrangiata e ben eseguita. Questi ragazzi mi sembrano in gamba, e spiccano in mezzo a troppi mediocri esageratamente osannati da una critica più attenta al costume che alla musica.
Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass - 'Il mio canto libero'
Radius è stato un grande, ma qui ha fatto poco o nulla, giusto il compitino, sottolineando con la chitarra alcune frasi musicali del grande Lucio. Ma i ragazzini che accompagna non sanno cantare. Ma come è possibile? Il direttore artistico, chi ha lasciato a casa per far posto a questi qua? Capisco che cantare è sempre meglio che andare in fabbrica, ma proprio a un evento del genere li devono fare esibire?