Nonostante il suo nome, Juventus, sia il latino di gioventù, questa squadra di Torino è stata ribattezzata dai giornalisti sportivi la "Vecchia Signora", o anche la "Madama". Certamente per via dell'anno di fondazione, 1897. Non la prima società calcistica a essere fondata, ma sicuramente una delle prime.
Ma la cosa più curiosa, è il soprannome in dialetto torinese "goeba, göba" (gobba) che l'accompagna, fin dagli anni cinquanta, forse anche da prima. Così tanti, che i giovani tifosi non torinesi, o che comunque non conoscono il dialetto di Torino, ne hanno totalmente dimenticato (o mai conosciuto) l'origine.
Addirittura, in questi ultimi anni, non è più la squadra a essere la "goeba", ma sono i calciatori e i tifosi a essere "gobbi", diventando quindi un insulto indirizzato alle persone. Cosa che prima non era.
Sui forum dei tifosi juventini (ma anche nelle forme di disprezzo di tutti gli altri), come spiegazione dell'appellativo "gobbi" (quindi non al soprannome della squadra, la "goeba"), viene sempre tirata in ballo "la casacca larga che correndo faceva la gobba", "e li faceva sembrare gobbi", oppure "la larga camicia con un profondo scollo a V che si alzava sulla schiena", e altre stupidaggini simili. Le maglie larghe le hanno sempre avute tutte le squadre, a seconda delle mode. Negli anni '90, poi, erano tutte delle "lenzuolate" larghissime. Ora sono tutte "slim fit".
Ma queste sono spiegazioni suggerite da chi non conosce Torino, il torinese, e il gergo dialettale dei vecchi torinesi.
D'altronde, i tifosi bianconeri, i supporter di una delle più vincenti squadre di calcio italiane, sono presenti in tutta Italia, non solo a Torino o in Piemonte.
E comunque sia, il dialetto di Torino non viene più parlato, men che meno dai giovani torinesi. Sarà per la forte immigrazione dal sud degli anni '50/'60, ma sta ormai scomparendo.
Cosa c'entra il dialetto torinese, direte voi? C'entra eccome. Ve lo dico io che sono vecchio a sufficienza, non solo per conoscere l'antico sabaudo, ma anche per aver sentito raccontare questa storia da un mio zio (ormai deceduto). Notizia di prima mano, dunque.
Decadi fa, quando il torinese veniva ancora utilizzato abitualmente da tutti quanti, i nonni o i vecchi genitori, venivano sempre identificati affettuosamente come "i göb", i gobbi. Era un po' come dire "i matusa" (gergale di anni fa). Per esempio, quando si passava a salutare gli anziani genitori, si diceva sempre "vadu a truvé i me göb" (vado a trovare i miei gobbi, i miei vecchi).
Quindi, quando i giornalisti sportivi iniziarono a scrivere della "Vecchia Signora", a Torino si cominciò subito a chiamarla "la goeba", la vecchia, appunto.
Non un insulto rivolto ai giocatori, ma un tenero soprannome, un affettuoso appellativo rivolto alla squadra.
Ora, io questa storiella l'ho già raccontata in qualche forum sportivo, ma mi hanno sempre "respinto" con delle sciocchezze tipo: "non è vero! Era la maglia che faceva la gobba!". Potenza dell'insistito fraintendimento: qualunque idiozia, se la ripeti più volte, diventa una verità. Oppure: "Impossibile! Non tutti i vecchi sono gobbi!". Sicuramente, ma è un nomignolo gergale, o un'iperbole, tanto quanto "i matusa", metafora tipica degli anni '70.
Non che questo mio intervento possa o voglia cambiare le cose. Sto solo cercando di fare un po' di chiarezza, divulgando ciò che so, a chi vuole ascoltare. Inoltre, sono abbastanza convinto, che nemmeno l'attuale dirigenza e proprietà del "team" conosca l'origine di questo nomignolo. Infatti, sul sito ufficiale, non se ne fa parola. Nella nuova veste di multinazionale, neanche loro sono più torinesi e tra "management", "membership" e "corporate governance", il dialetto di Torino non trova più posto.