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Un anello che parte da Saretto, in Val Maira (CN), tocca il Bivacco Bonelli (2328 m) e si inoltra fra gli ampi pascoli di alta quota, "scavalla" il Passo della Cavalla (2535 m), e torna a valle, passando per Grange Pausa (Sorgente Baciasse) per imboccare la strada sterrata ex-militare 201 che torna alle Sorgenti del Maira e da qui, a Saretto.
Accesso: Da Dronero si risale la Valle Maira fino ad Acceglio e quindi Saretto. Proprio alla fine della borgata, in corrispondenza di un ampio piazzale, si svolta a sinistra per imboccare la strada che sale alle Sorgenti della Maira. E' possibile lasciare l'auto nel piazzale a Saretto, prima della salita che porta alle sorgenti, oppure imboccare la strada e arrivare al campeggio in prossimità delle Sorgenti.
L'escursione che vi illustro, effettuata nell'estate 2010, è un anello che parte da
Saretto, in
Val Maira (CN), tocca il
Bivacco Bonelli (2328 m) e si inoltra fra gli
ampi pascoli di alta quota, "scavalla" il Passo della Cavalla (2535 m), e torna a valle, passando per
Grange Pausa (Sorgente Baciasse) per imboccare la strada sterrata ex-militare 201 che torna alle
Sorgenti del Maira e da qui, a
Saretto.
Il percorso, ricalca in parte il sentiero intitolato a
Pier Giorgio Frassati, patrono delle Confraternite e dei Giovani di Azione Cattolica, proclamato beato nel 1990 da papa Giovanni Paolo II.
Noi, abbiamo lasciato l'auto nel parcheggio a
Saretto, accanto al lago artificiale, più che altro perché la stradina sembrava stretta e l'asfalto pareva terminare poco dopo. In realtà, la strada arriva asfaltata fino al
parcheggio del campeggio, vicino alle
Sorgenti del Maira. Diciamo che ci siamo sciroppati un 100/150 mt. di dislivello in più, ma sul momento dicevamo "che bello! il bosco!", comunque...
Arrivati al parcheggio/campeggio, date un'occhiata alle Sorgenti del Maira, ci passate proprio accanto: sgorgano in una
conca
con un piccolo
laghetto artificiale. A questo proposito, riporto qui sotto un brano tratto da "Laghi, Cascate ed altre Meraviglie" di Andrea Parodi, alpinista, escursionista ed autore di innumerevoli guide.
Il
Vallone di Visaisa è un luogo singolare: privo di corsi d'acqua superficiali, è formato da una successione di
conche sospese che ospitano i laghi
Visaisa, d'Apsoi
e delle
Munie. Le acque dei laghi vengono smaltite attraverso
condotte carsiche sotterranee, e fuoriescono più in basso dalle cosiddette "Sorgenti del Maira".
Tutto questo mi fa venire in mente, le cosiddette "Sorgenti del Po", accanto al parcheggio del Pian del Re, sopra
Crissolo
in Valle Po, con tanto di cartello "Qui Nasce il Fiume Po".
Il mio amico Francesco, romanaccio dalla battuta facile, ha subito sottolineato "qui ci sono le sorgenti perché qui c'è il parcheggio". In effetti, mi sembra un po' tutto una convenzione, adatta al
turismo. Diciamo che le sorgenti di entrambi i fiumi vengono storicamente e geograficamente individuate presso un pianoro, facilmente raggiungibile, anche se nascono da un sistema di laghi e condotte sotterranee, ma non voglio lanciarmi in fini disquisizioni su argomenti che conosco poco, anzi l'ho già fatto, basta.
Dal campeggio, si sale sulla destra su di un tratto sterrato e si giunge, a breve, già ansimando, all'incrocio con la carrellabile ex-militare che faremo al ritorno. Per salire prendiamo la S14 (segnavia GTA) per "Lago Visaisa, Bivacco Bonelli", una mulattiera che sale, sale parecchio, una impettata che, se fumate, maledirete le sigarette aspirate ieri e l'altro ieri. La maledetta, fa una serpentina e si inerpica ansimante e impietosa fino alla conca del Lago Visaisa, dove, finalmente, si fa una prima tappa.
Bello, davvero bello questo luogo, corrisponde ai miei canoni di bel luogo di montagna: un grande spazio erboso, le consuete bovine al pascolo (Piemontese doppia-coscia uauh!), bosco di larici, lago e contorno di ardite e verticali strutture rocciose. Io, mi fermerei qui, ad addentare la focaccia col prosciutto e toma, e mi farei pure un pisolo. Ma manca ancora parecchio.
Si continua sulla
mulattiera, lasciando a destra i sentieri che scendono verso il lago, un piccolo tratto nel
boschetto di larici e poi un "rettilineo" sotto un imponente e bellissimo gruppo roccioso (voltatevi indietro e scattate una foto alla valle), fino a giungere ad una nuova "impettata". Qui si torna a salire di brutto, con piccoli tornantini su
terreno detritico, si sale, si guadagnano "rapidamente" metri e dislivello fino a, finalmente, giungere alla casupola del
Bivacco Bonelli
(2330 mt.) e alla conca del
Lago d'Apzoi (o
Apsoi), delimitata dall'Auto Vallonasso, il
Colle d'Enchiausa e il
Monte Oronaye.
Qui si capisce che il più è fatto, dal Bonelli (prendere a destra l'S13 per Colle delle Munie/Passo Cavalla, lasciando l'S14 che da ora sale all'Enchiausa) c'è ancora una piccola salitina a serpentina, tra i detriti della
morena
e poi si apre una
prateria, un
pascolo
in "falso piano", tra le "piemontesi doppia coscia" (sto parlando di vacche... ehm, le bovine per intenderci...).
Da sotto, guardando in su dal Lago Visaisa, non mi aspettavo di trovare un pascolo qua sopra, ed invece, bellissimo eccolo, con un
pastorale senso di pace, anche se quassù, si è combattuto o almeno ci si è trincerati. Il
Vallo Alpino, ciò che ne resta, qui è ancora visibile, casematte, casermette, filo spinato arruginito e, più in basso, vedremo dopo, la ex-militare che saliva al
Colle del Sautron, il confine francese sulla valle dell'Ubayette.
Zampettando sui prati, si arriva al bivio: S13 Colle delle Munie, S15 Passo della Cavalla, bene, noi prendiamo l'S15 (sulla IGC n. 7 "Valli Maira, Grana, Stura" è il sentiero n. 17, ma comunque è quello), saliamo su un cocuzzolo, oltrepassiamo un'opera militare, e da qui, il sentiero, ricomincia a "impettare" per raggiungere il Passo della Cavalla (2539 mt.) che conquistiamo felici: qui, stavolta, ci si riposa e, sopratutto, si mangia.
Da quassù c'è una bella vista sulla "estesa regione delle Munie", modellata sia dal fenomeno carsico, quanto da quello glaciale. In piemontese "munie" significa "monache" (anche chioccia, in gergo, la famosa munia quacia). A questo proposito, Michelangelo Bruno nel suo "Alpi sud-occidentali; tra Piemonte e Provenza" (Ed. L'Arciere), scrive:
Deriva dal provenzale mounjo, francese monges "monache"; il nome ricorda l'appartenenza dell'esteso territorio pascolivo, già dal 1486, al monastero delle Monache cistercensi di Sant'Angelo presso Dronero.
Abbandoniamo il Passo, transitiamo accanto ad una
casermetta
e da qui si scende su pietraia, non molto ripida, ma scivolosa con ghiaietta. Al bivio che incontriamo, trascuriamo il sentiero a destra, che dal Passo della Fea scende al Lago Visaisa e proseguiamo sulla nostra mulattiera. Dopo un tratto in piano, si arriva ad un costone, con una bella veduta del
Vallone del Maurin.
Scendiamo tra le doline e arriviamo ai bordi del "concone" delle
Sorgenti Baciasse, dove inizia la
strada ex-militare.
Sembra che, in tempo di guerra, il
Colle del Sautron, con il vecchio sentiero che lo oltrepassa e scende a
Larche, fosse di straordinaria importanza strategica, e le autorità militari ordinarono nel '37 la sistemazione difensiva della zona.
Scrive Marco Boglione nel suo "Le Strade dei Cannoni" (Blu Edizioni):
... alla fine del 1938, 14 mitragliatrici e un cannone anticarro, posizionati in sette centri di resistenza, puntavano le loro canne verso il Colle del Sautron.
La strada, però, non è mai stata finita; arriva a
Grange Pausa, ma termina in malo modo, senza muri di sostegno e pietroni sul fondo stradale. Sembra che tra i lavoratori impiegati dall'impresa appaltatrice, si celasse, sotto mentite spoglie, una
spia francese, che non è mai stata smascherata, ma questo bastò a fermare il cantiere.
Comunque, noi prendiamo la
carrellabile, così com'è, che ci va benissimo e da qui è una passeggiata in piano, fino a che il "concone" che stiamo percorrendo arriva a morire, dopo una strettoia rocciosa, nella
vallata di Saretto. Da qui si scende con una serie di tornanti, fino a mezza costa e, trascurando il sentiero che porta a Chiappera, ci infiliamo, con un rettilineo, nel bosco.
Prima di entrare nel bosco, però, date un'occhiata a Chiappera e al gruppo Provenzale-Castello che la sovrasta; da qui si vede benissimo e la vista vale sicuramente qualche scatto.
La ex-militare ci conduce dritti fino al bivio che avevamo incontrato salendo. Quindi prendiamo il
GTA, a sinistra, che ci porterà nuovamente al
campeggio, accanto alle Sorgenti del Maira e da qui, a
Saretto.
Complessivamente, il giretto appena concluso, è di quasi
14 km.
e circa
1.000 mt. di dislivello. Quanto ci si mette? Teoricamente, sulle guide consultate da noi, questo anello è formato da
2 percorsi concatenati, uno di circa 2.45 ore e l'altro di 3.30 ore. Noi ci siamo fermati più volte, anche perché non ci inseguiva nessuno e ci abbiamo messo comunque poco, diciamo 7 ore, comprese le soste.
In definitiva è un gran bel percorso, di notevole soddisfazione e se l'ho fatto io che ho i polmoni con catrame doppio strato, lo posso consigliare a tutti.