Blog Layout

Valle Po / Rifugio Quintino Sella

ago 04, 2019

Escursioni: Valle Po / Pian del Re / Rifugio Quintino Sella

Dall'affollatissimo e turistico Pian del Re, oggi saliamo al Rifugio Quintino Sella, impegnando il sentiero GTA che costituisce tappa del "Tour del MonViso", itinerario frequentato assai, pure troppo, ma non ci siamo mai stati, quindi.

Accesso: Da Saluzzo si percorre la provinciale SP26, che risale la Valle Po, superando Revello e Paesana. Giunti a Crissolo, si prosegue lungo la stretta rotabile che sale al Pian del Re, dove si trova il parcheggio gestito dal Comune di Crissolo (5 €).

Scarica KLM

Scarica GPX

Qui nasce il fiume Po? Quasi. Come già evidenziava il mio amico romanaccio per le cosidette Sorgenti del Maira, con la battuta "qui ci sono le sorgenti perché qui c'è il parcheggio" ben inquadrava la situazione.

Il fiume Po nasce dal sistema dei laghi e delle torbiere d'alta quota del Gruppo del Monviso. La sorgente viene storicamente e geograficamente individuata presso Pian del Re.

Parks.it - "Parco della fascia fluviale del Po"

Ci aggiungerei anche gli undici piccoli ghiacciai che il gruppo del Monviso ospita (la maggior parte sul versante della Valle Varaita).

Al lato ovest del piano - scrivevano Martelli e Vaccarone nel 1889 - zampilla tra due grossi macigni, che fanno da argine ad una rovina scendente dal pianoro superiore in cui s'incava il lago di Fiorenza, una copiosa polla d'acqua a cui viene dato il nome di Sorgente del Po, quantunque le vere origini del fiume risalgano al ghiacciaio che esiste nella falda nord-est del Monviso ed al torrentello che discende dal monte Granero a dal Meidassa

Andrea Parodi - Laghi, Cascate ed altre Meraviglie", Parodi Editore

Diciamo che il Po ha numerose sorgenti che si raccolgono in un piccolo torrente tra i massi e le rocce del Pian del Re (2020 mt), che ben si presta all'uopo, idrogeologico e turistico, comodamente raggiungibile tramite ex-militare asfaltata.



Comunque sia, noi brancaleoni oggi, dall'affollatissimo e turistico Pian del Re, saliamo al Rifugio Quintino Sella, sul sentiero GTA che costituisce tappa del "Tour del MonViso", itinerario frequentato assai, pure troppo, ma non ci siamo mai stati, quindi.

Come dicevo, il Pian del Re (si intende il re dei fiumi, il Po "fluviorum rex Padus") si può raggiungere in auto, la strada è stretta ma asfaltata e arriva "in pancia" al parcheggio ricavato sul pianoro a fianco della celeberrima torbiera (non cè limite al turismo brancaleone). 5 euro al giorno, solo per le auto (nei giorni festivi, il transito dei camper sulla strada da Crissolo è regolamentato), 3 per le moto, 250 posti auto che probabilmente verranno ridotti nei prossimi anni, con il personale del comune che dovrà anche accertare le violazioni in materia di sosta e multare.

Pian del Re. Riserva naturale speciale e area attrezzata. L'area comprende 465 ettari intorno alle sorgenti del fiume (2.020 metri s.l.m.), situate nella conca del Pian del Re, 7 km a monte di Crissolo in Val Po. La ricchezza d'acqua e la morfologia del suolo hanno dato origine, in prossimità delle sorgenti del Po, ad una torbiera; si tratta di un habitat di particolare interesse botanico, dove è presente una ricca varietà di specie, tra cui spiccano "relitti" di flora glaciale approdati in queste zone più di duecentomila anni fa quali ad esempio lo Juncus triglumis ed il Trichophorum pumilium. Ed è qui che vive un raro piccolo anfibio endemico, la salamandra nera di Lanza.

Parco del Po Cuneese - "http://www.parcodelpocn.it/"

Parcheggiata l'auto e pagata la tariffa, trascuriamo il Rifugio Pian del Re (albergo-rifugio aperto tutta l'estate, 30 posti letto) e le casermette (magari le vediamo al ritorno, ma c'è poco da vedere) e ci dirigiamo verso le sorgenti.

Sul lato destro del tratto terminale della strada Crissolo-Pian del Re, sorgevano sei fabbricati capaci di ospitare 50 soldati e 20 quadupedi. Il complesso comprendeva la caserma dei Carabinieri, il forno, la caserma truppa, il magazzino, la cappella, la scuderia. L'unica costruzione ancora completamente integra è la ex caserma dei Carabinieri, oggi ceduta ad un ente religioso che la usa come bivacco. Le altre costruzioni sono ormai ridotte a ruderi.

Marco Boglione - "Le Strade dei Cannoni" (Blu Edizioni)

Delle "sorgenti" abbiamo già detto, quindi imbocchiamo la mulattiera GTA (paline indicatrici) che sale in diagonale l'erbosa destra orografica del pianoro e, con una serie di tornanti e una breve rampa raggiunge (in mezz'oretta, venti minuti se avete il paraocchi) la bella valle sospesa che contiene il profondo Lago Fiorenza (2113 mt). Molto bello, incantevole e pittoresco, parecchi turisti, fotocamere al lavoro, pic-nic in allestimento.
Nel
1874, in occasione dell'inaugurazione del rifugio Pian del Re, sul Lago Fiorenza venne "varata" una barca per i turisti, venne benedetta dal parroco e "battezzata" la Bella Fiorentina. Altri tempi..

Lago Fiorenza. Questa denominazione venne forzatamente introdotta alla fine del sec. XIX in sostituzione della dizione indigena Làus d'Aval 'lago inferiore'. Deriva dal latino florere 'fiorire' (prov. fluor, flour).

Michelangelo Bruno - "Alpi sud-occidentali; tra Piemonte e Provenza" (Ed. L'Arciere)

Noi procediamo lungo la costa pianeggiante, aggirando il lago, trascuriamo la diramazione per il Rifugio Giacoletti e proseguiamo sull'evidente sentiero che sale a serpentina ad una conca prativa, che si affaccia sul vallone del Rio dei Quarti.
Da qui la traccia si arrampica decisa su un salto roccioso, trascuriamo una nuova diramazione per il Rifugio Giacoletti, e seguendo la mulattiera arriviamo alla spalla erbosa che sovrasta il
concone detritico che ospita il piccolo Lago Chiaretto (2261 mt).
 Il lago ha uno strano colore tendente all'
azzurro lattiginoso che, probabilmente, ne ha originato il nome. Nel 1989, una grande massa di ghiaccio e detriti si staccò dal ghiacciaio pensile Coolidge ed interrò in parte il lago, creando anche la vasta pietraia che lo circonda.

Invece di seguire la traccia principale che scende al lago e risale dall'altro versante, prendiamo la pista a sinistra, che con un semicerchio lo aggira, passando sugli sfasciumi, sotto la verticale del canalone-ghiacciaio Coolidge, fino alla base della Rocca Trune. Con alcuni tornanti si risale la grande morena che si stende tra il Monviso e il Viso Mozzo, e si arriva al detritico concone sovrastante.

Qui, il percorso quasi pianeggiante, passa proprio sotto il grandioso versante orientale del Monviso, e improvvisamente calano le nebbie e un freddo gelido. Procediamo tra la neve, (non molto alta ma c'è) e il nuvolone che si posato sui nostri zaini, ma tra gli sfasciumi, la traccia ci porta al Colle dei Viso (2650 mt), oltre il quale si stende l'ancora ghiacciato (fine luglio) Lago Grande di Viso (2590 mt).

Seguendo la mulattiera, in leggera discesa, raggiungiamo il grande edificio in pietra del Rifugio Quintino Sella (2640 mt). Il rifugio, costruito ed inaugurato nel 1905 è gestito dalla Sezione Monviso del CAI di Saluzzo.

Il Po era chiamato dai Greci 'Eridanós' (da cui il latino Eridanus e l'italiano letterario Eridano). Questo nome in origine indicava un fiume mitico che sfociava nell'Oceano e solo in seguito venne identificato con il Po. Eridanós contiene l'antichissima radice (*RDN) comune ad altri fiumi europei (Rodano, Reno, Danubio).
Presso i Liguri era detto
Bodinkòs, da una radice indoeuropea (*BHEDH) che indica "profondità", la stessa da cui derivano i termini italiani "botola" e "fossa, fossato".
Il nome latino
Padus - da cui l'aggettivo "padano" - deriverebbe secondo l'opinione più diffusa dalla stessa radice di Bodinkòs; secondo un'altra versione deriverebbe dalla parola celtoligure pades indicante una resina prodotta da una qualità di pini selvatici particolarmente abbondante presso le sue sorgenti.
Il nome italiano "Po" deriva appunto dalla contrazione di Padus (
Padus>Pàus>Pàu>Pò); in diverse lingue europee, soprattutto slave (ceco, slovacco, polacco, sloveno, serbo, croato) ma anche in rumeno il fiume è ancora oggi chiamato Pad.

"Wikipedia"

640 mt circa di dislivello, 3 ore circa (anche meno, se mettete il paraocchi o vi inseguono), bello, grandioso. Se avete ancora voglia, da qua si può salire sul Viso Mozzo (3019 mt), difficoltà EE.

Gruppo Wagner e Task Force Rusich. Formazioni paramilitari neonaziste anche tra le fila dei russi.
Autore: Gian Carlo Ferrero 23 mag, 2022
Macché nazismo. In Ucraina esiste un forte nazionalismo, comune a tutti i popoli slavi ed ex-sovietici in genere, che vogliono a tutti i costi un'identità nazionale e una lingua propria dopo 70 anni di sovietizzazione.
Mainstream russo. Giornalisti militanti in TV
Autore: Gian Carlo Ferrero 23 mag, 2022
È totalmente inutile invitare i giornalisti militanti russi a dire la loro nelle TV italiane; non raccontano la verità e non rispondono sinceramente mai. Danno solo voce al Cremlino. Portano avanti le inascoltabili e inaccettabili tesi del peggior putinismo e tutta la "dezinformatsiya" tipica del mainstream russo.
Wannabe editors
Autore: Gian Carlo Ferrero 11 mar, 2021
L'editor è una di quelle figure professionali, che all'interno di una casa editrice (ma ci sono anche molti freelance), eseguono la lettura critica di un romanzo e tramite un'attenta analisi, ne individuano eventuali difetti e lacune.
Metriche sanremesi
Autore: Gian Carlo Ferrero 08 mar, 2021
Prosodìa raffazzonata, accenti sbagliati, nessuno fa più caso a quello che alla SIAE era un tempo chiamato "testo letterario", quindi "concernente la letteratura". E la "tecnica della versificazione", la metrica, è diventata un'opinione.
Musica è Cultura?
Autore: Gian Carlo Ferrero 06 mar, 2021
I ragazzi di oggi non hanno alcuna cultura musicale. Non conoscono neanche la cultura musicale occidentale, quella che abbiamo ogni giorno nelle orecchie. Figuriamoci se ci spostiamo verso oriente o nell'altro emisfero. E questo è davvero incredibile, vista la finestra sul mondo rappresentata dalla rete.
Sanremo, non mi uccidere il mood, dai
Autore: Gian Carlo Ferrero 03 mar, 2021
Come tutti gli anni, anche quest'anno dell'era Covid, il Festival di Sanremo, come un ospite che passa di lì e suona il campanello, entra in tutte le case, anche la mia. E io non ce la faccio a seguirlo. Proprio non ce la faccio. Non è che abbia altro da fare, o che debba rientrare tardi dal lavoro e quindi me lo perdo. Magari ci lancio pure un'occhiata, e mi lascio affascinare da Fiorello e Amadeus, sempre divertenti.
Doppiaggio di film stranieri: ma è davvero necessario?
Autore: Gian Carlo Ferrero 01 mar, 2021
In Italia, ogni anno vengono distribuiti circa 300 film stranieri. Ovviamente tutti doppiati. Sembra che gli italiani abbiano problemi a seguire un film con i sottotitoli: difficile guardare le immagini e lanciare anche un occhio al testo.
Il social, la spending e il touch
Autore: Gian Carlo Ferrero 22 feb, 2021
Più arrivano in Italia, termini importati dall'inglese, più gli italiani li adattano a loro stessi, snaturandone il significato. Sembra che nessuno conosca i "noun modifiers", o comunque tutti li usano malissimo. Sarebbe meglio tradurli.
Cinema italiano o romano?
Autore: Gian Carlo Ferrero 15 feb, 2021
Ci avete fatto caso? La stragrande maggioranza dei film prodotti in Italia, sono stati finanziati da case di produzione romane, girati (e vengono tutt'ora firmati) da registi romani e interpretati da attori romani/laziali o campani.
La Vecchia Signora e la Goeba
Autore: Gian Carlo Ferrero 14 feb, 2021
Nonostante il suo nome, Juventus, derivi dal latino gioventù, questa squadra di Torino è stata ribattezzata dai giornalisti la "Vecchia Signora", o anche la "Madama". Certamente per via dell'anno di fondazione, 1897. Non la prima società calcistica a essere fondata, ma sicuramente una delle prime.
Altro
Share by: