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Da Thumel (1879 mt.), poco dopo Rhêmes Notre Dame, fino al Lago di Goletta (2699 mt.), facendo tappa al Rifugio Benevolo. 820 mt di dislivello e circa 3 ore per salire
Accesso: Da Aosta si segue la statale 26 sino a Villeneuve dove si imbocca la regionale per la Val di Rhêmes. Si risale la valle oltrepassando Introd, Rhêmes-Saint-Georges e Rhêmes-Notre-Dame. Poco prima di Thumel un ampio parcheggio attende voi e il vostro portafogli. Pagate il parcheggio e contribuite alla causa.
Questa volta, noi brancaleoni, si va in
Valle d'Aosta (costa lòn ca costa). Per la precisione in
Val di Rhêmes. Dovete sapere che il parroco del mio paesello (nell'astigiano), sono ormai decenni, che ogni estate porta i ragazzi meritevoli, che frequentano l'oratorio parrocchiale, in gita a
Rhêmes St. George per una settimana, presso una delle
Case Alpine della Diocesi di Asti; sapete, quei ritiri (spirituali?) per gruppi giovanili parrocchiali e sportivi, nati "per consentire l’ospitalità, il riposo e le attività formative di gruppi di giovani, famiglie, comunità", ecc. ecc.
A noi, cattivoni miscredenti, bestemmiatori e brancaleoni, sordi al "verbo", e quindi tagliati fuori a priori da sempre, dal felice ed ambìto avvenimento, questa gitarella ci mancava assai. Siamo vissuti per anni chiedendoci: "ma cosa c'è a Rhêmes, che ci va il parroco con i ragazzi buoni?" (niente battutacce, please).
Quindi, ormai cresciutelli (avoja!!, dice "er romanaccio") possiamo pure andarci da soli alla "descoverta" della
Val di Rhêmes.
La testata della
Valle di Rhêmes forma un
anfiteatro
racchiuso da pareti rocciose e scintillanti ghiacciai. La zona vanta infatti una discreta presenza di ghiacciai e, fenomeno raro in Valle d’Aosta, la presenza di
ambienti calcarei. Nell’ampia conca glaciale alla base del
ghiacciaio di Goletta ha origine il lago omonimo dove di tanto in tanto si osservano i blocchi di ghiaccio cadere nell’acqua. Il versante destro della valle è compreso nel
Parco Nazionale del Gran Paradiso che qui confina con il
Parco Nazionale della Vanoise in Francia.
Assessorato turismo, sport, commercio, trasporti - " Lago Goletta" - Sito ufficiale del turismo in Valle d'Aosta
Allora bisogna andarci a tutti i costi. Da Thumel (1879 mt.), poco dopo Rhêmes Notre Dame, fino al Lago di Goletta (2699 mt.), facendo tappa al simpatico Rifugio Benevolo. 820 mt di dislivello e circa 3 ore per salire. Annamoce! (dice "er ghepardo", il romanaccio, sempre lui, alimortacc...).
Si giunge quindi, al villaggio seicentesco di
Thumel
(1879 mt),
perla della valle di Rhêmes. Appena dopo la frazione, lasciate l'auto nel parcheggio, pagate 0,15 euro l'ora (tassa di scopo?) se volete contribuire alla sopravvivenza della montagna, oppure lasciatela lungo la strada se siete dei brancaleoni (noi, lungo la strada).
La asfaltatura termina poco dopo il parcheggio, qualche centinaio di metri, ma la carrozzabile continua sterrata fino al
Rifugio Benevolo; è quella che viene usata dai mezzi che portano i rifornimenti.
Noi però, nei pressi del primo tornante, prendiamo la mulattiera a sinistra e, seguendo i
segnavia n° 13, cominciamo a salire nel bosco di larici, transitando accanto al casotto di sorveglianza del P.N.G.P.
(è chiaro, no?) e sbuchiamo, a breve, nelle grandi praterie del "basso" vallone.
Per tutto il percorso, ben visibile l’elegante e roccioso profilo della
Granta Parey (o
Parei), toponimo patois che sta per
Grande Parete.
Anche il
Gran Paradiso fu un tempo
Grante Parei (o
Grande Paroi), ed è un vistoso esempio di come un nome di località possa essere snaturato.
Nel 1872, si riorganizza a Firenze, l'Istituto Geografico Militare, il noto IGM, che sarà meritorio per la sua celebre Gran Carta d'Italia al 100.000 e con le più diffuse "tavolette" al 25.000, per rilevare le quali si inviano in Piemonte molti e validi cartografi. Costoro, purtroppo, non erano in confidenza con la lingua delle genti montanare e non sempre riusciva loro facile interpretare e trascrivere i toponimi, talvolta tradotti grossolanamente.
Luciano Gibelli, Armus-ciand (Priuli & Verlucca Editori)
Procedendo attraverso i prati brulicanti di grilli e farfalle, su mulattiera a tratti selciata, saliamo lungo i
terrazzamenti
che costeggiano l'ampio e profondo solco della
Dora di Rhêmes e trascuriamo a destra la traccia che sale all'alpeggio Fos, per attraversare, poco dopo, tramite una comoda passerella, il torrente del
Vallone di Fos, uno dei numerosi torrenti che scendono ad ingrossare la rombante Dora; qui le imponenti gole della Dora, si fanno davvero profonde ed imponenti, scavate anche dal torrente
Grand Vaudalaz, che qui confluisce vivace.
Oltrepassiamo le diramazioni a sinistra che salgono al Col Rosset (che noi brancaleoni abbiamo già orgogliosamente "popolato") e al
Vallone de Grand Vaudalaz, e teniamo il sentiero che prosegue sfiorando i ruderi dell'Alpe di Barmaverain. In leggera discesa, la mulattiera si perde nella pianura acquitrinosa e alluvionale che troviamo a fondovalle, ma lo ritroviamo poco dopo, appena si riprende a salire, passando accanto ad una serie di imponenti e rinfrescanti cascate, create dal Torrente Barmaverain e dai rii del
Vallone Combassa, che attraversiamo tramite saldi ponticelli.
La mulattiera, si ricongiunge con la
carrozzabile
che porta al rifugio, in corrispondenza di un'altra bella cascata; questa volta è il torrente che scende dalla
Comba di Goletta (e dal Ghiacciaio Goletta quindi) che con tre o quattro salti di roccia, si schianta, brutale, scavando il suolo.
Prendiamo la strada in direzione del rifugio e attraversiamo, sul ponte romano, la
Dora, che in questo punto ha aperto voragini e vaste cavità, con l'acqua furiosa che salta e rimbalza nei profondi canaloni, spumeggiante e veloce nel suo impetuoso e feroce corso. Tutto molto bello.
La rotabile prosegue con grandi tornanti, ma è consigliabile prendere il sentiero che li taglia velocemente, fino a ricongiungersi con la stessa, proseguendo fino all'Alpeggio Lavassey. Anche qui è possibile seguire la sterrata ed il suo svolgimento a curve, oppure prendere la mulattiera che si inerpica dall'alpeggio, tagliando dritto fino al panettone dove sorge il
Rifugio Benevolo (2287 mt), che raggiungiamo in un'ora e mezza circa, forse di meno o forse di più; prendetevela comoda, questo vallone è bellissimo.
Il "frequentato" Benevolo, quasi trasformato in "solarium" dai turisti ormai giunti a meta (loro), vale una sosta, una bevuta e qualche foto al massiccio calcareo della
Granta Parey, la cui mole, simbolo della valle, ci sovrasta e si svela, in tutta la sua naturale bellezza. La "grande parete" orientale, è ben visibile e ne comprendiamo il nome.
Alla
testata
della Val di Rhêmes si apre uno scenario caratterizzato da un
ambiente calcareo-dolomitico
unico in tutta la Valle d'Aosta.
Territorio e Ambiente" - Website ufficiale della Regione autonoma Valle d'Aosta
Le masse
ofiolitiche
e i lembi calcareo-dolomitici appaiono i più resistenti all’erosione: su di esse sono modellate, rispettivamente, le piramidi della
Grivola
e della
Granta Parei.
"Il patrimonio naturale" - Parco Nazionale Gran Paradiso
Dal rifugio, prendiamo il
sentiero 13C/13D e subito dopo il "panettone" erboso, lasciamo il 13C andare al
Truc de Tsanteléina (Sainte Hèléne)
e noi prendiamo a destra il
13D che sale al
Lago di Goletta. Si scende nuovamente, brevemente, ad attraversare la Dora, utilizzando il piccolo
ponte romano, e risaliamo il ripido costolone, in direzione Granta Parei.
Incontriamo una squadra di operai della Regione VDA che sta risistemando il sentiero, in parte smottato. Sono contento che ci sia cura di queste piste; in altre zone delle Alpi (non dico dove) sono completamente abbandonate, qui ci tengono, a quanto pare. Ottimo.
Procediamo a mezzacosta su sentiero evidente, sfioriamo l'Alpeggio Des Sauches (o
Soches) (2316 mt.), trascuriamo il sentiero a sinistra che va verso il
Col de Rhêmes e fa il giro del
Truc de Tsanteléina e, superando il ripido pendio con numerose giravolte, raggiungiamo rapidamente la
Comba di Goletta (2586 mt).
Prendiamo a sinistra addentrandoci nella
pietrosa comba. Lo scenario cambia completamente, come sempre capita a questa altezza: una
valle sospesa, di chiara origine glaciale, aspra e brulla con
nevai, pozze d'acqua e rocce erranti sul
morenico
fondo ghiaioso.
Una parte di sentiero, in leggera salita, passa sul contrafforte, molto panoramico, tra
rocce montonate, ciuffi erbosi e splendida vista sulla testata della Valle di Rhêmes, un largo ghiacciaio esteso tra la
Punta Basei
e la
Punta Tsanteléynaz. Dall'altra parte della comba, la
Grande Traversiére e le turrite
Punte Bassac.
Si scende nel fondo della comba, il sentiero procede piatto sul terreno spoglio e detritico, ometti sparsi per segnare la traccia, sabbie alternate a piccoli nevai e pietraie, residui morenici millenari.
Raccontato cosi sembra una "schifezza", ma vi assicuro che ha un suo primitivo fascino selvaggio, un luogo davvero inospitale e deserto, dove non si vede, finalmente, la mano e l'opera dell'uomo, un luogo semi-wilderness (la civiltà è appena qua sotto) che incute una sorta di "giusto timore", per la natura "vera" e non quella "antropizzata".
Si raggiunge quindi, il
Lago di Goletta (2699 mt), un ora e mezza dal Benevolo, tre circa da Thumel. Lago bello e silente, con i
ghiacciai
della Granta Parey e della Becca della Traversiere, a sfiorarne le acque, con l'incombente e audace punta della Granta Parey che si erge, ermo solitario, tra il suo
roccioso gelo millenario.
A dire il vero, qualche traccia di antropizzazione c'è quassù, una piccola diga con passerella, che attraversa il rio che sgorga dal lago, ma che nulla toglie al fascino brutale del glaciale concone e al "giusto timore" che citavo prima.
Poca gente, nessun vociare, tranquillità assoluta, sole caldo e discreta brezza "gelida". Qua si aprono gli zaini e si azzannano le focacce prosciutto-toma e si beve abbondante the freddo ("er piscio de somaro", dice er romanaccio, pozzino mazzallo).
Dopodiché si torna, con calma e grande soddisfazione. Tutto molto bello.
Qui sotto due piccoli video, girati con la macchina fotografica digitale, camminando, un po' "mossi" quindi, ma ci si può fare un'idea dei luoghi. Ripercorrono, in sintesi, l'intero percorso.